Il mio primo provino…

⌛ Questo articolo lo leggi in 6 minuti ⌛

Ogni tanto, devo anche dare adito a chi, nella mia vita è stato e sarà solo di passaggio. Per tanti motivi.
Era una calda notte, come tante, il mio scaldino sotto la scrivania e tanti sogni in testa.
Guardai le offerte di lavoro e mi venne la grandiosa idea di andare a farmi un giro su una nota casa cinematografica a luci rossi italiane. Una come tante.

Ricordo di avergli inviato la mia candidatura in stile “Salve sono S., scrivo da… mi piace il…” e 2 foto, bruttissime, di cui una a petto nudo.
Peccato che preso dallo sconforto, decisi di abbandonare l’idea in quanto probabilmente non ero l’uomo esatto per quel tipo di candidatura. Conobbi però qualche anno prima un uomo che ci lavorava già in quel frangente e mi diede una mano consigliandomi i passi da fare e mi sponsorizzò.
Così qualche mese dopo, nonostante le mie sessioni, mi chiamarono dalla sede e mi chiesero di vedermi. Mi ricordo che partii da Novara dicendo di dover andare via per lavoro (ma dove?) e andai ad Arezzo. Scesi dal treno e pensai che forse non era il caso di provarci…però diciamoci la verità, a 25 anni un occasione così chi se la farebbe scappare?

Andai all’indirizzo indicato in mail, ricordo questo palazzo rosso in una zona alquanto deserta. Mi rispose al citofono una ragazza dalla voce carina. Salii, 2 piano.

Arrivato davanti alla porta pensai: MA CHI ME L’HA FATTO FARE?

Aprii la porta e trovai una ragazza rossa, molto formosa, più o meno della mia età, con vestitino nero e tacchi alti. Il trucco era perfetto. Veramente una gran bella donna.
Dopo l’imbarazzo iniziale cominciò a parlarmi dell’azienda e mi portò in una stanza in cui dovevo aspettare il produttore.

Dopo circa una mezz’oretta e un caffè bevuto con ansia, arriva lui, il produttore. Un uomo alto circa 1,70, carnagione scura e modi burberi. Era proprio il mio idolo, quello che vedevo spesso nei video di quella casa cinematografica.
Mi porta nel suo ufficio. Nonostante tutte le premesse, un ufficio molto ordinato e pulito, con foto di lui e molte pornostar. Anche una foto con Sasha Grey, che a dire la verità, con quegli occhi potrebbe fare qualsiasi cosa tranne che vederla davanti ad una telecamera!

Iniziamo a parlare del più e del meno, quando parte la fatidica domanda: “Dimmi una cosa, ma sotto le coperte quanto duri di solito? Solo sesso, non quello che fai abitualmente”
Io, preso dall’imbarazzo risposi con un secco: “Sono duraturo ma posso fare di meglio…”
Lui mi fece cenno di stopparmi li e cercò il telefono in tasca, fece un numero e chiamò una persona e capii da tutto il discorso: “Si, prepariamo la sala che lo mettiamo all’opera!”. Così mi accompagnò in un’altra stanza, entrando c’era uno spogliatoio, insonorizzato e molto buio. Pensando ad oggi all’imbarazzo di ieri, credo sia stata un emozione troppo forte!
Mi misi una maschera e uscii dal retro, da una porta con scritto “SALA RIPRESA” verso un qualcosa che non conoscevo. In questa nuova stanza c’era un letto, un divano, almeno 7 telecamere, luci e 2 docce.
C’eravamo io e lui. Nessun altro. Mi chiese se volevo un caffè, il secondo, e andammo sul divano a parlare. Mi chiese se usavo stupefacenti, se fumavo, se facevo uso di alcol e se usavo qualche cremina speciale per farlo rimaner duro. Lo lasciai senza parole! Nulla di nulla!
Così, prima di iniziare, mi chiese di potermi fare 2 foto con il suo iphone.
Mi chiese di tirarmi via la camicia e poi i pantaloni. Fortuna che ero tutto bello glabro!
Fece un affermazione sulle mie belle fossette di venere. Penso sia stato il primo uomo a farmele notare.

Passarono circa 10 minuti e entrarono nella stanza 3 cameraman, 2 truccatrici e una ragazza, con un top scollatissimo colorato con la scritta “BITCH”, una gonna nera molto mini e tacchi vertiginosi che lasciavano il suo culetto in sospensione. Italianissima con l’accento molto bergamasco. Non mi è dato sapere da dove venisse, quanti anni avesse e soprattutto come si chiamasse.
La situazione era molto calda. Ed eccitante.

Ciak… cominciano le riprese.
Io e lei, tutti e 2 con la maschera a farci domande. Come in ogni porno che si rispetti, comincia lei…
Guardando verso la telecamera, comincia piano piano a scendere verso la mia patta e a slacciarla. Ricordo ancora l’imbarazzo e al solo pensiero mi vengono i brividi!

Mi abbassa le mutande e comincia a passare sempre più vicino a quel gioco che, molti sanno, per me è molto noioso, e a stento riuscivo a tenere vivo, soprattutto davanti a 3 persone.
La sua lingua era molto eccitante, la sentivo scorrere su di me. Le sue mani erano esperte, molto. E questo era molto molto di più di quello che immaginavo.
La sua bocca sale e comincia a giocare sul mio collo e le sue mani erano sempre li, a cercare di tenere alta “la concentrazione”. Preso dal momento cominciai a divertirmi anche io, mi alzai dal letto, tirai su anche lei e la misi con il suo culetto in vista della telecamera, a pecora, in modo che chi rivedrà quel video, possa vedere ciò che ho visto io quella volta.
Le tirai su la gonna e vidi un culetto sodo, pronto da schiaffeggiare…
Cominciai a baciarlo, mordicchiarlo e vedevo di tanto in tanto i suoi occhi guardare il muro come se fosse una cosa normale, finta, ma normale! D’altronde il porno era il suo mondo!
Le tiro giù le mutandine, le faccio scorrere sulle sue gambe e sbirciavo di tanto in tanto il suo viso… era pronta…
La giro verso il letto e la butto giù, prendo le sue gambe e le apro, al mio cospetto. Mi inginocchio, per terra e piano piano comincio a leccare il suo piacere… Sentivo che qualcosa stava cambiando e il suo viso diventava rosso.
Dando uno sguardo al regista vedo che parlando con il cameraman, era molto soddisfatto. Ed io lo ero ancora di più. Le mie mani erano il mio punto forte e lo sapevo!
Cominciai a toccarla piano, sul suo clitoride e cercava di trattenere il piacere, a stento.
Mi misi nella mia classica posizione, al suo fianco sinistro, in ginocchio, pronto a darle piacere. Le tirai su le gambe sul letto e la telecamera riprendeva le mie dita e il suo piacere caldo.
La mia bocca era sui suoi capezzoli, turgidi e morbidi. Mi faceva impazzire pensare di averla tra le dita. Piacevole.
Lei cercava il mio piacere con le mani e tentava invano di portarlo nella sua bocca… era eccitante vedere che più tentava e meno riusciva nell’impresa.
La mia mano sinistra, spostava la sua faccia e si appoggiò sulla sua bocca e lei cominciò a leccarmi le dita come se fosse qualcosa di più. La guardavo attraverso quella maschera, i suoi occhi erano carichi, pieni di sesso.
Le chiusi la bocca e feci scivolare le mie dita dentro sentendola spesso chiudersi di piacere. I suoi occhi parlavano, erano infuocati e pieni di sè.
Mi toccò la spalla il regista e mi chiesi di cominciare a far qualcosa di più. Stopparono le riprese, lei mi chiese di essere meno incisivo in quanto doveva partecipare alla situazione con più consapevolezza. Tirai fuori le dita ed erano un lago, di piacere, che ricordo ancora oggi come una bella sensazione.
Il regista esordì con un: “Simone, adesso mi raccomando, non meno di mezz’ora altrimenti mi deludi! 5 Minuti inziamo!”

Quei 5 minuti infiniti, trasformati in carica.
Via, si parte! Io in piedi e lei in ginocchio davanti a me, e mi faceva sparire il piacere dentro la sua bocca. Ed io cercavo, invano di fingere. 2 minuti. Le tocco i capelli, li afferro, la porto su davanti al mio viso, la prendo per il collo e la giro a pecora e le spingo la schiena verso il basso e piano piano entro. Avevo il suo corpo e il suo tatuaggio (il drago dietro la spalla sx di colore azzurro) che quasi sembrava mi sfidassero. Ed io spingevo, sempre più forte.

Lei si girava a cercare i miei occhi e con il suo savoir-faire mi invogliava sempre di più a spingere.

Le presi i capelli e la portai verso di me, per una pecora molto alta, talmente alta che avevo le sue spalle a contatto con la mia pelle del petto e la mia mano sx provocava piacere su quel grilletto caldo.
Era divertente ed eccitante sentire il suo corpo muoversi e a sua volta sbattere nell’aria e sul mio corpo. Le sue mani cercavano un appiglio invano. Era tutto così superbamente eccitante.

Uscii, la spinsi sul letto e lei sembrava incuriosita dal mio “prendere le redini”, così girai intorno al letto e appoggiandomi al letto, la trascinai sotto di me e le misi le mie gioie nella sua bocca, mentre protraendomi verso di lei ed utilizzando le mie mani sul suo clitoride e alla ricerca del suo punto G, la sentivo muovere e perdere ritmo su di me.

Questo gioco durò 4 ore, ininterrotte, di posizioni, uniche.
Lei fece un gesto al regista e disse: “STOP!”
Si allontanò con un cameraman e il produttore mi disse: “Simone, io ti do ancora mezz’ora, dopodichè sei fuori! Non possiamo stare 7-8 ore per un film! Non posso fare una pellicola solo per te!”
Io annuii e mi concentrai.

Lei tornò nella stanza, sembrava avesse fatto una maratona, cotta dal momento e da tutto quello che avevamo appena finito di fare.

Ricominciammo, durò 25 minuti, poi la presi per i capelli, la misi in ginocchio ed esplosi nella sua bocca davanti a 3 telecamere…

Quella pellicola non l’ho mai vista. So solo che è stato un bellissimo momento da poter condividere… tipo… qui?!