La porta di entrata

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Quando devo parlare di BDSM, lo faccio sempre con molta attenzione a cosa dico e come.
A volte mi sono sentito dire che non esiste argomento più interessante da fare con me che proprio IL BDSM. Sono serio quando ne parlo, sdrammatizzo spesso ma sono sempre sul punto.

E’ una questione di stile, a volte anche troppo.

Ma come molti ben sanno, io ci sono entrato in un modo strano. Ero fidanzato e questo molti lo sanno.
Peccato però che esserlo, non mi toglieva via le possibilità di vivere delle situazioni eccitanti.
Era la fine di ottobre del lontano 2012, lavoravo per una nota concessionaria di Novara, quando, venni incaricato dal mio collega di presentare e consegnare una Lancia Ypsilon ad una signora novarese di mezz’età. Fino a qui, che c’è di strano? Era il mio lavoro no?!
Arriva in concessionario, saluta il venditore, mi presenta e la porto giù, chiavi in mano, verso il suo gioiellino “melanzana”. Saliamo in macchina, io dalla parte del passeggero e lei alla guida.

Durante la spiegazione, vedevo che i suoi occhi, spesso, si perdevano nei miei e cercava imperterrita il mio sguardo.
A un certo punto, ad interrompere la spiegazione, mi mise una mano sulla coscia sinistra e mi disse: “SENTI SIMONE, MA TU HAI MAI DOMINATO UNA DONNA? SAI, COLPIRLA, FRUSTARLA, SAI DI COSA PARLO VERO?”. Io sono rimasto a dir poco scioccato. Pensavo fosse una di quelle domande trabocchetto.
“Beh, no! Le donne non si toccano neppure con un fiore… così si dice no?”
Lì, mi prese la faccia, la girò verso di lei e mi disse: “TU PER X EURO, LO FARESTI?”. Deglutii e risposi con una voce rotta: “Sì”. Tutta contenta prese in mano il telefono, mi chiese il numero di telefono e mi invio l’indirizzo e l’ora. Io preso anche dall’eccitazione, uscii dalla macchina, le indicai l’uscita e tornai alla mia scrivania con un ringonfiamento in stile tenda canadese. Che imbarazzo.
Ora di chiusura, andando verso casa, pensavo all’opportunità. Entrai in casa e dissi alla mia ex che quella sera non ci sarei stato. Avevamo qualche problema economico ed ogni aiuto sarebbe stato una manna dal cielo!

Dopo cena, mi feci una doccia ed uscii di casa.
Nel viaggio da una parte all’altra della città, il pensiero di non sapere cosa fare, era un tarlo. Ma non potevo e non riuscivo a pensare ad altro.
Arrivo sotto casa sua, la chiamo, apre il portone e salgo.
Mi aspetta al 4 piano di un palazzo di 8, i suoi capelli biondi scendevano sinuosi sulle sue spalle e il suo seno, una 4 naturale che stava benissimo con il suo corpo con delle curve da paura nonostante l’età e la faccia da chi sapeva come sarebbe andata a finire. Truccata ma non troppo ma vestita da vera pantera in cerca di qualcosa, con la lingerie nascosta da un accappatoio semi-trasparente. La situazione era intrigante già al saluto con 3 baci e un “non ti facevo così alto in concessionaria”.

Mi fa vedere la sua piccolissima reggia, tranne la camera da letto. Ci accomodiamo in cucina e dopo un caffè mi fa una domanda molto spinta: “MA TU ALLA TUA FIDANZATA 2 SCHIAFFI LI DAI MAI?”. Devo ammettere di essermi trovato molto in imbarazzo a quella domanda a cui risposi “NO!”, ed effettivamente non l’avevo mai fatto fino a li perchè proprio la mia ex non ne voleva sapere di cose tanto spinte!
Insomma, va in bagno, si assenta un po’ e ritorna, mi prende per mano e mi porta in camera, accende l’ abat-jour e mi guarda. Io in piedi osservavo tutto il suo letto e ricordo solo, nella luce soffusa, di aver visto 3-4 fruste di dimensioni diverse, dildo di ogni tipo e svariate pinzette per i capezzoli.

Si mise davanti a me, mise le mani sul letto come a fare una pecora ed esclamo “BENE, USA LE TUE MANI E DOMINAMI, COLPISCIMI!”
Sono sincero, credo sia stata la situazione più imbarazzante della mia vita, non sapevo che fare. Ero affascinato, curioso ma allo stesso tempo ero bloccato. Immobile!

Presi coraggio, e a mano aperta sferrai il primo colpo sulla sua chiappa sinistra, piano. Il sento di onnipotenza stava uscendo. Lei continuava a chiedermene di più, sempre di più, ed io la accontentavo, colpendo e ricolpendo sempre più forte, sul suo piacere. Vedevo le sue chiappe arrossarsi e sentivo dolore per lei, ma le mutande mi ricordavano che ad ogni colpo sarebbero diventate sempre più colme.
Allungò una mano e mi diede una frusta e mi disse “COLPISCI!”. Io mi misi di fianco a lei e con fare indifferente la colpii, forte, da lasciarle il primo vero segno e la cosa cominciava ad eccitarmi!
Continuai, fino a quando non prendi il primo dildo che mi capitò in mano e facendolo vibrare, lo misi sul suo clitoride attraverso le sue mutande. Urlava e la cosa diventava sempre più sexy.
Ormai la frusta ed il dildo erano una cosa unica. Andò avanti così per almeno un’ora fino a quando si girò sul letto e mi disse: “COME PRIMA VOLTA, NIENTE MALE. PROMETTIMI CHE TI RIVEDRO’ ANCHE DOMANI!”.
Io le risposi che non lo sapevo, presi le mie cose, la salutai e andai via.

Il tragitto da casa sua a casa mia è stato agonizzante. Piangevo, perchè per me era molto strano tutto questo. Non ho smesso neanche un minuto di urlare in auto, però a conti fatti, avevo risolto un mio dubbio, un mio piacere e perchè no, anche risolto un po’ di problemi economici. Non avevo ancora nulla in mano, ma avevo una donna di mezz’età che voleva un ragazzo giovane per fare cose che non avrebbe di certo fatto con un uomo della sua età.

Ebbene sì, in questo mondo ci sono entrato così, dalla porta di servizio. Con un cachet, con un piacere mentale che non avrei mai pensato di raggiungere e soprattutto portandomi a volte anche ad annullarmi come UOMO, ma che poco dopo mi fece capire che era quella la mia strada, Appassionarmi a questo mondo e farlo senza dei soldi o dei profitti. Fare quello che le altre persone vogliono. Nulla di più.

#eccoacosatiserveundom

Ah già, la sera dopo andai da lei, ma quella è un’altra storia 🙂