Tra moglie e marito…

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Una delle perversioni da sempre, è quello di mettere becco, sessualmente parlando, tra una coppia sposata da anni o una coppia che non ha più molto da dire.
E dire che di coppie ne ho aiutate molte. Ma ogni volta c’è sempre qualcosa di nuovo.

Era l’estate del 2015, conobbi una ragazza di 41 anni della provincia di Vercelli, su un noto social network.
Ragazza carina, occhi verdi e capelli rosso ramato. Sessualmente era depressa. Aveva bisogno di una spinta extra-coniugale per ridare vita alla sua sessualità e al divertimento a letto con il marito.
Mi raggiunse a Novara, scesi dalla macchina e la trovai, una ragazza acqua e sapone, trasandata ma con un fisico da capogiro.
La portai a bere un caffè e mi raccontò della sua vita coniugale, di avere 2 figli e che non cercava altro che puro divertimento ma che fin lì non aveva trovato nulla di interessante, se non solo coglioncelli del: “Bevi il latte caldo nel caffè”. Io ero l’unico che attirava la sua attenzione a tal punto da darmi la sua completa disponibilità a conoscermi. E me l’avrà ripetuto credo un centinaio di volte. Ed ovviamente il mio ego era alle stelle.
Si era fatta l’ora di cena, ci lasciammo con una promessa, di far sentire inutile il suo uomo e di “far sentire cornuto” il suo ego. Ci scambiammo i numeri e messaggiammo tutta sera.

Mi mandò, la stessa sera, una foto in cui si vedeva chiaramente l’interesse che il marito dava a lei, sdraiato sul divano con fare indifferente, a ravanare nei pantaloni guardando un porno. Fino a qui nulla di strano, ma a letto lui durava 3 minuti scarsi (me lo disse lei).

Il giorno dopo mi chiamò e mi disse: Io mi fido di te, stupiscimi!

Il marito usciva da lavoro alle 7 di sera, e arrivava a casa verso le 7 e 20.
Io arrivai a casa loro alle 6:30, preparai la camera al gioco e mi nascosi appena lo sentii arrivare. Come aprì la porta della camera, con la complicità della moglie, lo buttammo sul letto e lei lo spogliò. Lui, un uomo sulla 40ina, bassino e magrino ma di bell’aspetto tipico meridionale con gli occhi azzurri, oppose resistenza soprattutto dopo che io sbucai fuori con la corda. E lo legai, con i polsi dietro la schiena e le caviglie molto vicine ad esse. Presi la sua cravatta blu a righe bianche, buttata per terra dalla moglie e gli chiusi la bocca con un giro stretto. Lo adagiai supino sul pavimento e smontai il mio borsone, sul letto, davanti ai loro occhi. Lui spaventato dell’idea che quei giochi potessero essere usati su di lui, cominciò a tremare come una foglia. Ed io ero sempre più eccitato dell’idea che potesse aver paura più di quello che avrebbe poi realmente visto.

Tirai via la camicia e rimasi a petto nudo, lei uscì dalla stanza per pochi minuti e tornò nuda e con una lavagna “a fogli” tipica di chi fa convegni e si mise davanti a lui.
Cominciò a scrivere la lista di quello che a lei non andava, tra cui il sesso.
Io nel frattempo mi sedetti sul letto e giocavo con la mia frusta a 9 code passandomela tra le dita mentre ascoltavo la moglie fare la sua lista.

Girò foglio e scrisse cosa lui doveva fare, e ad ogni punto lui sgranava gli occhi, io mi avvicinavo sempre più a lei, porgendole la frusta. Arrivato a 10 cm da lei, lui capì che stava accadendo qualcosa di strano, difatti afferrai lei per i capelli e la baciai davanti a lui, inerme e visibilmente eccitato. La situazione era talmente eccitante che non nego di aver sentito qualcosa crescere anche nei miei pantaloni.

Con i suoi capelli tra le mani, la misi in ginocchio davanti a me e guardandola dall’alto verso il basso le ordinai di toccarsi mentre l’altra mano doveva sfiorare il piacere di lui. Ma il suo sguardo non doveva scendere nemmeno un secondo dai miei occhi.
Ordinai, ovviamente, a lui di non provare ad eccitarsi, ma ahimè, venne punito con 2 frustate sul suo culetto bianco latte.

Così presi la mia corda di cotone, e obbligai lei a legare il piacere di lui, da tirare in caso di pericolo, così disse lei. La corda avvolgeva la base del suo pene e girando attorno anche alle palle, creando una sorta di collare e guinzaglio.

La girai a pecora e cominciai il mio rituale d’educazione, punendola per quelle brutte cose che aveva detto al marito, facendola ringraziare ad ogni colpo con un “Grazie, Signore”.
Il marito aveva brividi dappertutto.

Mi guardai intorno e trovai sul comodino, l’olio per massaggi di una nota marca, commestibile. Lo presi, mi avvicinai a lui e lo feci colare a terra.
Andai sul letto, presi un vibratore, il più bello che avevo, fuchsia a 12 vibrazioni di una ventina di cm, e lo infilai delicatamente nel piacere di lei. Era un lago, quindi la fatica non era altro che PURO PIACERE. Quel suono, inconfondibile del piacere femminile nel sentire entrare ed uscire qualcosa è inebriante.

Mi avvicinai all’orecchio di lei e con una mano sulle sue chiappe sode le dissi: “Prendi il cornuto per le corna e fagli pulire il pavimento”, lei rabbrividì…
Prese il marito per i capelli lo obbligò a leccare quel liquido da terra. Intanto la mia frusta infrangeva colpi sempre più forti.

Decisi però che era arrivare il momento di sentire il verso del cornuto, così ripresi la moglie dai capelli, in ginocchio, slacciai la cintura, e aprendo la patta, calai le mutande, mettendo in mostra quel che avevo da donarle.
La avvicinai a me, le tirai su il viso e sussurrando le dissi: “I cornuti non so che verso facciano esattamente, ma le mogli cattive so bene che verso fanno” e lei sorridendo tirò fuori la lingua, aprì la sua bocca e fece sparire il mio piacere davanti agli occhi attoniti del marito che accennava ad un leggero piacere.
Lei alla vista di esso, tirò il guinzaglio facendo perdere a lui ogni tipo di piacere.

La misi sul letto a gambe aperte e cominciai a leccarla, mettendo in bella vista il mio culetto al cornuto, facendogli immaginare cosa succedesse davanti a me e che lui non poteva vedere. La mia lingua percorreva su e giù quel clitoride come in una gara di sci e lei, visibilmente eccitata, toccava i miei capelli. I suoi brividi mi creavano solletico da quanto forte fosse il suo piacere.
Mi misi in ginocchio sul fianco destro di lei, facendo vedere a lui cosa stava succedendo, misi le mie dita all’interno del piacere della moglie. La mia mano destra, entrava verso di lei, mentre la mia mano sinistra agitava il suo clitoride, concludendo con uno squirting da panico a detta di lei, mai successo.
Il piacere di lui era una molla, si allungava e tornava normale dopo che lei tirava il guinzaglio.

Allungai una mano, presi un preservativo, il primo che mi capitò in mano.
Lei me lo strappò di mano, lo aprì, lo srotolò per metà, se lo mise in bocca e lo fece scivolare sul mio piacere piano piano. Si alzò, si mise a pecora e mi disse: “sbattimi!”.
La presi per i capelli, la trascinai a terra, girai lui e misi lei sulla sua bocca facendogli fare un face-sitting da spezzafiato.

Cominciai a farmi sentire dentro di lei. Sbattendo sempre più forte, con le mie palle che passavano davanti agli occhi di lui.
Continuai a darle piacere per ore, mentre lui cercava di ricevere attenzioni da lei.
Tirai via il condom, misi la bocca di lei sulle mie palle e spostandole la testa davanti a me esplosi il mio piacere nella sua bocca, già dapprima colma di parole e piacere.

Mi pulii in silenzio, rimisi tutto nella valigia, mi rivestii e con un gesto me ne andai lasciando lei in ginocchio ancora colante di piacere e lui legato.

La rividi 2 giorni dopo, ad un centro commerciale di Vercelli, venì vicino alla macchina prima di chiuderla, si mise in ginocchio, abbassò la testa e alzò la corda al mio petto, porgendomela, concludendo con un: “Grazie signore”.

Da quella volta, per svariate vicessitudini non li ho più visti, ma credo che se dovesse vedermi il marito, sicuramente si ricorderà “che verso fa il cornuto”.