Il night Club

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Da un po’ di tempo mi dedico a fare da barman in un night club della zona.
E’ un night club semplice, fatto di gente a posto ma soprattutto piccante.
Fanno molte serate a tema e questo mi piace un sacco.

Quando accettai di intraprendere rapporti con questo locale la prima cosa che mi fu chiesta è stata quella di fare anche qualcosa del mio mondo, dominando singoli o coppie con un cospicuo ed equo ritorno, sia d’immagine che di oneri. E questo mi piace tantissimo!

Una sera, durante gli aperitivi, mi si avvicina una ragazza. Si siede al bancone, mi osserva e controlla ogni movimento. E’ una ragazza bionda con i capelli lunghi, sui 25 anni, altissima e con curve interessanti e 2 occhi azzurri. Aveva un abito rosso fuoco nel quale si intravedeva il suo perizoma e reggiseno nero e scendeva giù sopra il ginocchio. Scarpe nere di pelle con tacco vertiginoso.

“Mi faresti uno spritz bel ragazzo?”.
Io mi avvicino, la guardo negli occhi e con tono deciso rispondo: “Ma certo!”.
Mentre mi accingo a fare l’aperitivo mi domanda: “Ma tu sei il dominatore del quale mi parlava Luca? Quello che ha il blog e che ha una moglie Mistress?”.
Io mi giro di scatto e rispondo: “Mia moglie è una bellissima Mistress, peccato sia per pochi!”.

Mentre continuo a fare l’aperitivo con tono deciso mi chiese: “Ma per una sessione con te devo prendere l’appuntamento o posso bere lo spritz dopo?”.
Io girandomi con la bottiglia di prosecco in mano, risposi: “Beh che aspetti ancora seduta! Vado a prendere la valigia e andiamo!”.
Faccio cenno al direttore del locale, vado in auto, prendo la mia valigia e accompagno lei nelle stanze dietro al night.
Entriamo, si accomoda sul letto e tira via l’elastico dal polso appoggiandolo insieme al cellulare ed al portafoglio sul comodino.

“IO SONO GIA’ UNA SOTTOMESSA, SONO UNA SLAVE. Avevo un dom fino a 2 mesi fa”- continuò.

In silenzio svuotai la mia valigia e appoggiai l’arsenale sul letto.
Lei prese il telefono e lo fotografó, dicendomi: “Quanta roba interessante!….Da dove partiamo?”

Mi levai la camicia, presi la corda di canapa e cominciai a legare le sue mani. I suoi occhi cominciarono a guardarmi in maniera eccitata ed io non potevo far altro che muovere le mie sempre più lentamente e sentire il tremolio eccitato dei suoi polsi sotto le mie dita. Presi l’elastico che aveva lasciato sul comodino e le legai i capelli. Mi misi in ginocchio ai suoi piedi e le tirai via le scarpe. La portai davanti allo specchio e la feci appoggiare al tavolino con il suo seno, sul piano in cristallo. Gambe aperte e pronte a ricevere segni.

Mi allontano, prendo la corda nera in cotone, e la lego al suo collo, facendo 3 giri e creandole così una specie di guinzaglio pronto da tirare. Presi la frusta a 9 code e cominciai a colpire il suo culetto. Il suo perizoma si muoveva insieme ai colpi creando un effetto spettacolare al solo movimento d’aria.

Giravo da una parte all’altra del suo corpo come un bellissimo ed eccitantissimo oggetto da guardare da più lati. E colpivo prima su un lato e poi sull’ altro. I segni cominciavano a farsi vedere ed io ero sempre più eccitato e sempre più voglioso di continuare quel gioco.
Le fruste erano strumenti di piacere con le quali creavo suoni interessanti.

Così, dopo svariati colpi di frusta decisi di prendere la corda in cotone viola e legarle la bocca in modo da farle sentire ancora di più la mia presenza.
Slaccio la cintura, la piego a metà e comincio a colpire, ed i solchi sui suoi glutei avevano un altro senso…

Guardando verso il letto notai che sopra c’era uno specchio. Così, la tirai per i capelli e la buttai sul letto a pancia in su, presi la corda di canapa e legai le gambe alle doghe del letto obbligandola così a tenerle aperte e in vista.

Presi lo spanking di ecopelle e la obbligai a guardarsi attraverso lo specchio mentre colpivo la sua parte più intima. Ad ogni colpo, le colate diventavano sempre più abbondanti. Sembrava di tornare indietro nel tempo. Il suo corpo era pieno di segni ma la mia mente era un niagara di piacere!

Slegai le sue gambe, la alzai in piedi e slegai il guinzaglio e la corda intorno alla bocca.

La portai alla doccia, le tirai via gli slip. Misi una mano sulla sua bocca e il getto d’acqua fredda… sempre lì. Il suo piacere stava diventando come la mia mente. Estasiato ed eccitato nel vedere che anche il suo vestito era fradicio d’acqua e di sudore, la portai sul letto la misi a pecora e ricominciai il rituale con la cinghia, fino a quando, guardando l’orologio, erano già le 2.

La slegai, le feci i complimenti e mi disse: “Bravo Simone. Quando ci rivedremo ancora?”..