Inaspettata…

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Di persone nella mia vita e nelle esperienze, ne sono passate. A volte mi dimentico anche di queste persone, che sono entrate in punta di piedi e sono uscite nello stesso modo.

E’ un ricordo meno nitido degli altri che ho raccontato, ma vale la pena scrivere di questa occasione, perchè è stata particolare ed “INASPETTATA”.

Facevo la seconda media, all’inizio dell’anno scolastico, e passavo i miei pomeriggi al “Parco dei Bambini” a Novara, dove c’era sempre un sacco di gente e tanti ragazzi e ragazze della mia età.

Erano i primi giorni di scuola e conobbi questa ragazza, un po’ più grande di me. Era la classica ragazzina bionda dagli occhi azzurri, faceva pallavolo. Ora non ricordo se, quando incrociai il suo sguardo era su un altalena o su un gioco con gli scivoli che parlava con le amiche, però ricordo molto bene che ero perennemente l’incaricato alla palla nel caso in cui questa uscisse dal “campetto” in quanto ero il portiere.

La palla andò proprio vicino a lei e ad una sua amica, mi guardarono, quasi schifate e me ne andai quasi in imbarazzo.

Scoprì poco dopo che veniva nella mia scuola ed era una ripetente, faceva terza media e si chiama Cristina. La trovai per caso, un giorno mentre uscivamo di scuola, ri-incrociai il suo sguardo e lei sempre con quella faccia da snob nei miei confronti, mi prendeva in giro con la sua compagna di scuola.

Passano gli anni, circa 7 o 8, ci incontrammo in centro città: “Ehy ciao!”
Lei mi guardò, mi puntò il dito contro e mi dise: “Ciao!!! Sai che non ricordo come ti chiami?”
Io ingoiando l’unico goccio di saliva che avevo in bocca risposi: “Simone!”
Ero in pieno imbarazzo, non potevo credere potesse anche solo salutarmi.

Dopo i soliti convenevoli del “che cosa fai nella vita per portare a casa la pagnotta”, scopro che da lì a poco sarebbe partita per un paese estero. Non volle dirmi dove, perchè “per scaramanzia” preferiva tenerlo nascosto. Ma, un bellissimo ma!

Mi diede il suo numero. Ed io ero superfelice.

Come sempre, trovo scuse con la fidanzata e una settimana dopo, guarda un po’ il caso, ci ritroviamo a letto. Ai tempi, lo ammetto, ero molto vanilla. Però sarà che quel sesso piaceva, chi lo sa?

Un mese dopo mi chiese di portarla all’Aereoporto di Malpensa. Accettai. Io e la mia macchinina gialla, la sua valigia e dandomi un bacio mentre scendeva dall’auto mi disse: VADO IN AUSTRALIA!
Accidenti…così lontano? Vabbè, buon viaggio eh!

Passano gli anni, lei mi aggiunge su facebook, parliamo. Nel frattempo manda foto della sua vita, del suo fidanzato e trombamico ed io muoio ogni volta. Poi il sole dell’Australia la faceva sempre più bella.

Ho ritrovato la mail in questi giorni, un messaggio in posta da facebook. Datato 17 Luglio 2016: “Cristina S. ti ha inviato un messaggio”, bene, andiamo a vedere cosa vuole dopo tutti questi anni.

“Ciao Simone, mi hanno detto che stai facendo delle cose interessanti in Italia. Che ne dici di raccontarmi qualcosa?”, io tutto felice risposi, nella speranza di ricevere una risposta da parte sua ma, cancellò il profilo qualche giorno dopo. La delusione mi pervase. Perchè?

Circa due settimane dopo, ricevo una chiamata da un numero straniero. I classici call center, ho pensato. E invece:
“Ciao Simo! Sono Cristina. Senti, il giorno X (non mi ricordo quando fosse) arriverò in Italia a Linate. Mi vieni a recuperare così non chiamo un Taxi? Ti Pago la benzina!”

Come potevo io, dirle di no?

Guardo su internet e sul televideo tutti gli aerei in arrivo e l’ora. Così, qualche giorno prima prendo la macchina e comincio a girare per i vari hotel della zona per vedere quali facessero servizio Motel.

Arriva il giorno fatidico, mi manda un messaggio e parto. Arrivo a Linate, la vado a prendere al gate e mi abbraccia come se fossimo 2 fidanzatini.
Andiamo in auto, lascia la valigia nel baule e trova una valigia sul sedile dietro. “E quella? Parti anche tu?”

“No, ti pare che io parta? Seh!”
Accendo la macchina e faccio circa 7 km, rallento, metto la freccia a destra ed entriamo in motel. Lei in silenzio e mi guardava come se fossi pazzo. Io no. Sapevo cosa sarebbe successo.

Lasciamo la macchina davanti alla camera, scendiamo e tiro giù la valigia. Entriamo in stanza e apro la mia valigia davanti a lei, che con occhi sgranati, si appoggia sul letto e prende la corda. “Sai che questa su di me starebbe proprio bene?”

(continua….)