Mi offri da bere?

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Ormai il periodo non è dei migliori per i locali notturni. Le discoteche, ad oggi, dopo la pandemia che ci ha colpito, sono ancora chiuse. I night club vanno a rallentatore, ed io ho sempre più voglia di sentirmi ancora una volta parte di quella bolla di sentimenti e umori di coppie e persone compiacenti.

L’ultima VERA sera al night club dove ho lavorato dietro al bancone risale al 2019. I ricordi sono rimasti impressi nella mia mente come un bel quadro.

Era un venerdì sera, il proprietario del locale mi chiese di stare dietro al bancone del bar perché la Moldava doveva ancora arrivare. Ed io, camicia e jeans, dietro al bancone facevo la mia porca figura.

Dopo i soliti “birra e caffè” delle 23, inizia la serata con i cocktail delle ragazze sul palo e della sicurezza. Cocktail classici, ma pur sempre adatti ad un luogo simile.

Era circa l’una, una ragazza visibilmente ubriaca, si fa trasportare ridendo come una pazza, da un ragazzo, probabilmente il suo “compagno di merende”, al bancone del bar. Si siede ed urla: “EHY BEL MANZO, VIENI QUI CHE HO SETE!”, mentre l’amico le sussurrava di abbassare il tono della voce, ridendo come una pazza a squarciagola.

Prendo l’apribottiglie e mi avvicino alla coppia facendo scorrere l’oggetto tra le dita, infilando le stesse nel buco dedito all’apertura. “Ditemi!”

Lei osservava con interesse le mie mani e mordendosi il labbro, alza lo sguardo e ingoiando la saliva esclama “Voglio una Tennent’s. Anzi no! Fammi un B52!”
L’amico da dietro scuoteva la testa in segno di dissenso e toccando la testa di lei mi guarda e dice: “Falle un Negroni, ne ha già bevuti 2, meglio stare leggeri.”.

Nella mia testa pensavo “Esticazzi, alla faccia del leggero!”, e guardandolo: “Per te che preparo?”

Lui guarda lei, riguarda me ed esclama “Per me una Tennent’s” e mi lascia la tessera drink sul bancone.

Mentre preparo i cocktail mi sento osservato, a tal punto da creare una coreografia tra bancone e bacheca liquori, avanti e indietro, afferrando con vigore le bottiglie lasciando molto spazio all’immaginazione.
Slaccio un bottone alla camicia, afferro il bicchiere con il Negroni, la birra e un piattino con dentro qualche nocciolina e mi giro guardando dritto negli occhi lei: “Prego!”

Lei, si allunga sul bancone, prende la tessera drink lasciata dal suo amico, la mette tra le labbra e mi fa segno di prenderla con la bocca.

Io la guardò fissa avvicino le dita alla tessera e di colpo le allontano. Faccio un passo indietro e guardo lui dicendo “Come mai qui? Che state cercando?”

Lei spalanca gli occhi, leva la tessera dalla bocca e mi guarda. “Ehy ragazzo, paghiamo o devo raccontarti la storia della mia vita? Dai che non ho tempo da perdere, la mia sorellina è un fuoco, o ti muovi o mi paghi il cocktail!”

Lui, stizzito, risponde “Lei voleva provare qualcosa di nuovo.”. Lei lascia la tessera sul bancone e mi guarda, io la recupero e la striscio.

Con dispiacere guardo la coppia e con tono pacato “Ragazzi, avete finito i drink, questi dovete pagarli alla cassa, mi spiace” e la riappoggio sul bancone.

Lei guarda il suo amico e girandosi verso me “Beh, offriceli, che ti costa?”

Faccio cenno con la mano in segno di attesa, mi avvicino al telefono e chiamo il proprietario.

Compongo il numero mentre loro parlottano tra di loro nel frattempo che i loro occhi osservavano le mie mani e i miei movimenti. E lei aveva occhi anche per la mia camicia che poggiava sul mio culetto.

“Senti Luca, questi ragazzi non hanno più drink in card, che faccio?”
“Lei è quella bionda con gli occhi verdi mezza ubriaca? Quella con l’amico un po’ sul rincoglionito andante?
“Si! Sono free?”
“No, lei è venuta per te. Mi sono dimenticato di avvisarti prima. Gioca e divertiti”

Metto giù il telefono, faccio un brainstorming di qualche secondo e mi avvicino alla coppia, tolgo il drink e la birra davanti alle loro bocche e guardando fisso lei esclamo: “Mi spiace, ma per stasera il bar è a pagamento. Quindi o pagate o non posso darvi i drink”

Lui guarda lei e con stava per tirare fuori il portafoglio, io lo fulmino con lo sguardo: “Fermo lì” facendo segno di lasciar perdere e osservo lei.

Lei mi guarda, sposta lo sgabello di alcuni cm, si mette comoda, tira su la gonna e sposta le mutande. “Posso pagarti?”

Io con faccia dubbiosa “Preferisco altro….”
Lei si alza si protrae verso di me sul bancone e mi porge i polsi “Meglio così? Mister SIX”.

Brividi a fior di pelle, lui eccitato ed io ero al settimo cielo.

La guardo, prendo un post-it e le scrivo il numero, lasciandoglielo appiccicato ai polsi.
“Pagami tra mezz’ora, sarà una lunga notte”
Rimetto i cocktail sul bancone e passo veloce la spugna e mi dirigo verso Luca il proprietario.

Quello che successe, lo racconterò, forse.
Ma solo il pensiero di una persona che facesse 170km solo per incontrarmi, dopo aver letto tutto di me, mi fece sentire immortale.